Nel progetto di recupero della propria Diocesi mons. Guarino fu molto sensibile ad accogliere, sostenere e difendere contro i soprusi del governo i carismi religiosi. Accolse così le religiose di diverse Congregazioni: le Piccole Sorelle dei Poveri di S. Giuseppe, le Suore del Buon Pastore, le Figlie di Maria Ausiliatrice, le Figlie di S. Anna; difese i Carmelitani ed i Gesuiti dagli abusi delle autorità civili e si impegnò attivamente per avere in Diocesi i Salesiani, che aveva collaborato ad accogliere quando, il 23 ottobre del 1879, essi erano venuti ad aprire la loro prima casa a Randazzo.
Il rapporto fra mons. Guarino e don Bosco fu molto intenso: l’arcivescovo di Messina aveva così grande stima del Santo Piemontese da divenire Cooperatore Salesiano. Più volte chiese a don Bosco l’invio di Salesiani nella sua Diocesi, ma proprio in quegli anni le migliori energie della Congregazione venivano spedite in Argentina, in terra di missione. Leggendo lo stralcio di una lettera è possibile vedere l’amore di mons. Guarino per don Bosco:
“Deh! Padre, consoli un cooperatore salesiano per la di lei grande bontà e quindi un suo figlio, indegno sì, ,a figlio. Ah! Non mi rigetti, mi stenda la mano e mi aiuti!”
Ancora è possibile cogliere l’affetto e la stima per il Santo piemontese nella lettera che mons. Guarino scrisse a don Rua subito dopo la morte di don Bosco:
“L’annunzio della perdita immensa che la Chiesa ha fatto con la morte di Don Bosco, novello S. Vincenzo de’ Paoli, mi ha tanto conturbato che non potei subito esprimere alla S. V. Rev.ma ed all’intera Congregazione Salesiana il mio acerbo dolore. Quell’uomo era un miracolo, era la Provvidenza di Dio resa sensibile; come non impressionarci vivamente della di lui perdita? Ma egli vive in cielo e ivi è potente dinnanzi al trono di Dio. Veglierà sulle opere stupende lasciate sulla terra e non lascerà di dare alle stesse nuovo impulso ed incremento novello; ed Ella che così bene ritrae le sue virtù otterrà sicuramente da Dio, per intercessione del santo ed illustre fondatore, tanto vigore e tanta forza, da rendere meno amara la dipartita”.
Possiamo capire che mons. Guarino nutriva più di una semplice ammirazione per Don Bosco e che non ha scritto queste parole soltanto per esprimere cordoglio in occasione della morte del Santo dei giovani.
La prima casa salesiana a Messina fu aperta soltanto nel 1893, ma la Congregazione Salesiana deve a mons. Guarino la possibilità di espandersi e affermarsi molto in Sicilia per il sostegno morale e materiale ricevuto.