Nino, dopo la quinta elementare, non vuole più continuare a studiare, preferisce andare a lavorare. Per qualche anno lavora in campagna, fino a quando conosce il signor Nanì, un piccolo imprenditore edile che lo prende come aiuto muratore. Si instaura un buon feeling tra Nino e il suo datore di lavoro, è il più giovane dei muratori e si appassiona ben presto al tipo di lavoro. Gli piace molto l’idea di contribuire a costruire qualcosa che rimanga e duri nel tempo.
Nino lavora nel campo dell’edilizia per quattro anni, dai tredici ai diciassette. Ha compiuto da qualche giorno i suoi diciassette anni, quel 6 maggio 1968.
Il giorno prima era domenica, Nino, insieme ai suoi più cari amici è stato al mare, presso la località Marina di Modica, pochi chilometri dalla sua città. Una bella giornata in allegria, dove incontra anche la ragazza che gli piaceva e che immaginava parte importante dei suoi progetti di vita. Era un giovane pieno di speranze e sogni, come tanti; una famiglia, un lavoro, il desiderio di serenità e felicità. Ma un evento doloroso e funesto porrà fine a queste aspirazioni.
E’ lunedì 6 maggio, come ogni mattina di un giorno feriale Nino si prepara ad affrontare una nuova giornata di lavoro. Verso le 11.00, insieme al collega di lavoro e amico Vincenzo è sull’impalcatura esterna del palazzo al quale stanno lavorando, è una impalcatura fatta di tavole di legno, costruita da loro stessi; a un tratto un legno si spezza, Nino precipita nel vuoto, un volo di 17 metri, uno per ogni anno della sua vita, dirà in seguito. Comincia il Calvario, vita, sogni, progetti, tutto svanito in pochi secondi.