Nell’aprile del 1885, don Bosco inviò don Rua in Sicilia. Doppio era lo scopo del viaggio: visitare la casa di Randazzo e quelle delle Figlie di Maria Ausiliatrice Nello stesso tempo doveva rendersi conto di alcune proposte di fondazione, fra cui quella più importante di Catania “San Filippo Neri”. Accompagnato dal coadiutore Giuseppe Rossi si fermò a Randazzo, ove predicò gli esercizi spirituali ai ragazzi e poi si recò dalle Case delle Suore: a Bronte, Trecastagni e Nunziata di Mascali. Anche se i suoi biografi non accennano a un suo viaggio all’interno dell’Isola, sappiamo da altre fonti che arrivò ad Agira (En).
Nel decennio da noi considerato don Rua intraprese un secondo viaggio in Sicilia: questa volta da Rettor Maggiore. Nel gennaio del ’92 partiva da Torino e, dopo l’udienza pontificia, da Roma via mare, raggiungeva Palermo. Con questa visita il Superiore intendeva rendersi conto dell’ andamento delle comunità religiose, dell’osservanza delle Costituzioni, dei problemi anche economici, che a quei tempi non erano indifferenti.
Nello stesso tempo rendeva omaggio alle autorità religiose, specialmente quelle che desideravano la presenza dei Salesiani. Accompagnato sempre dal fedele compagno don Francesia, da Palermo si recò a Marsala per trattare col can. Alagna sulla futura casa da affidare ai Salesiani; poi transitando da Caltanissetta, si diresse a Catania, dove fervevano i festeggiamenti della patrona sant’Agata. Assistette alla processione dei devoti in camice bianco, alla manifestazione della fede popolare, all’entusiasmo che in certi momenti toccava il delirio…
In questa città rivide il venerando arcivescovo Dusmet, constatò il lavoro svolto nell’Oratorio “S. Filippo Neri”, promise a don Piccollo l’apertura del Noviziato per le vocazioni siciliane, vide l’incipiente Istituto “San Francesco di Sales”. Tutte le nostre case e quelle delle Suore ebbero la visita del primo successore di don Bosco.
Il primo Istituto: Randazzo (1879)
La prima opera salesiana in Sicilia si sviluppava rigogliosamente sotto l’impulso specialmente del primo direttore don Guidazio. A lui principalmente si deve attribuire il merito se, sin dai primi anni, i Salesiani furono conosciuti anche nei paesi più lontani. Era convinto e lo diceva ai suoi confratelli: Tutta l’Isola ci tiene gli occhi addosso; dalla nostra riuscita giudicheranno di don Bosco e di tutta la Congregazione.
Il collegio nel primo anno accolse circa 40 convittori; si sentì allora la necessità di mettere mano ad ingrandire: si alzò di un piano il fabbricato, e così fu reso capace di 140 alunni convittori. Alla fine del terzo anno di ginnasio si presentò tutta la classe agli esami pubblici, fuori istituto, e non solo furono tutti promossi, ma sei di essi primeggiarono su tutti i candidati della provincia e riscossero le lodi degli stessi esaminatori.