Oggi, la canzone scelta non è proprio “dei nostri tempi”. Infatti, è datata 1972, ma è sorprendente vedere come essa sia attuale, perché infondo la musica è senza tempo, come la poesia.
Ha la capacità di toccare le corde dell’anima indipendentemente da quanto tempo sia passato.
La canzone parla di un uomo che fa fatica a ricominciare; immagino che si sia conclusa una storia importante e adesso, che sta conoscendo una nuova persona, ha paura. Le relazioni, di qualunque tipo esse siano, mi spronano a tenere sempre uno spiraglio aperto.
Le relazioni possono ferire, far male, disilludermi; ma la particolarità è che l’unico modo per guarire dalle ferite, che alcune relazioni mi provocano, è coltivare altre relazioni!
Perché, ce lo siamo detti tante volte, la mia costituzione è fatta da relazioni, non posso non relazionarmi!
Come canta Battisti, non è il ricordo a consolare, anzi esso può trasformarsi in una trappola per vivere momenti che furono e che non sono più! Invece io sono chiamato a vivere nel presente. Nel brano esce fuori una vera e propria lotta del protagonista con se stesso, tra questo volere e non volere.
La paura è l’unico ostacolo da superare, maledetta paura. “Ho paura a dirti che per te, mi svegliai”, perché l’altro mi sveglia, per una persona che mi ferisce ce ne saranno sempre almeno tre pronte a svegliarmi! Chi investe nelle relazioni non andrà mai in perdita. E per quelle relazioni che non sono andate in porto, che mi hanno fatto male, come si fa?
Ce lo suggerisce la canzone nel suo ritornello “come può uno scoglio arginare il mare?”.
Non permettere che un fallimento relazionale comprometta tutte le altre relazioni!
Anche quando una relazione finisce, essa continua nel nostro cuore, perché le relazioni ci lasciano sempre qualcosa dentro di incancellabile, perché questo è il “potere” delle relazioni! Se oggi sei quello che sei lo devi anche a persone con cui, magari oggi, non ti senti più. Non avere paura, ricominciare è difficile ma è indispensabile per “tornare di nuovo a volare”, il mio cuore è un mare che uno scoglio, una relazione finita male, non può arginare.
Pillole di fede: Nel Vangelo di Marco (Mc 5, 25-34) c’è un episodio che ci aiuta ad entrare nel discorso che stiamo facendo. Nella pericope c’è una donna che soffriva da 12 anni a causa delle sue relazioni, una donna che perdeva sangue, cioè ciò che ha di più intimo! Si era donata nelle relazioni e ne era uscita sconfitta, quando passa Gesù ha paura, non vuole più soffrire e decide di entrare in contatto con Lui di nascosto, ma Gesù insegna che la relazione con Lui non può avvenire di soppiatto, ed è bello vedere che nonostante ci sia una folla enorme attorno, Lui si accorge di quella donna. Chissà quanti lo toccavano in quel momento, ma Lui avverte che c’è una persona che vuole entrare in relazione, ma sente anche che questa ha paura! E Gesù insegna quello che ognuno di noi dovrebbe fare nelle proprie relazioni, si ferma e la guarda negli occhi! Se la relazione con l’altro è costitutiva del mio essere uomo, la relazione con Dio è al di sopra di tutto, essa mi salva! Ma bisogna voler entrare in relazione con Gesù, prostrarsi ai piedi come fa la donna, e Lui guarirà il nostro cuore. Non permettere alla folla, che può rappresentare gli affari del mondo, a farti allontanare da Lui.
Stefano Cortesiano, sdb
Testo della canzone:
Il ricordo, come sai, non consola
Quando lei se ne andò, per esempio
Trasformai la mia casa in un tempio
E da allora solo oggi non farnetico più
A guarirmi chi fu
Ho paura a dirti che sei tu
Ora noi siamo già più vicini
Io vorrei, non vorrei, ma se vuoi
Arginare il mare
Anche se non voglio
Torno già a volare
Le distese azzurre
E le verdi terre
Le discese ardite
E le risalite
Su nel cielo aperto
E poi giù il deserto
E poi ancora in alto
Con un grande salto
Senza ali tu lo sai non si vola
Io quel dì mi trovai per esempio
Quasi sperso in quel letto così ampio
Stalattiti sul soffitto i miei giorni con lei
Io la morte abbracciai
Ho paura a dirti che per te
Mi svegliai
Oramai fra di noi solo un passo
Io vorrei, non vorrei ma se vuoi
Arginare il mare
Anche se non voglio
Torno già a volare
Le distese azzurre
E le verdi terre
Le discese ardite
E le risalite
Su nel cielo aperto
E poi giù il deserto
E poi ancora in alto
Con un grande salto