… primo incontro dell’anno con i preadolescenti della famiglia salesiana della Sicilia occidentale….Un bel appuntamento quello di gennaio…dopotutto questo è il mese in cui festeggiamo il nostro santo preferito…. lui che fin dal primo giorno di oratorio ci ha fatto capire come la Chiesa sia Casa per molti, Madre per tutti: #nessunoescluso e di come l’oratorio sia stata e sia ancora dopo quasi 180 anni, la più bella e concreta espressione di accoglienza per qualunque ragazzo cerchi un abbraccio disinteressato ed amorevole, in ogni momento e in ogni luogo. E il tema dell’accoglienza lanciato da don Marco che ha preso spunto dall’icona biblica di Atti 11, 1-18, ci ha fatto riflettere sull’importanza di accettare chi non è uguale a noi per radici ed esperienze diverse, perché ognuno è creatura speciale e voluta da Dio…..Don Bosco lo ha fatto per primo e ce lo ha insegnato con ogni atto della sua vita, trattando amorevolmente chiunque incontrasse…fin da ragazzo.
Domenica 14 gennaio abbiamo riflettuto su come ‘vivere l’oratorio’ sia un’esperienza che ci rende tutti protagonisti e corresponsabili di un gesto di accoglienza nella diversità che è alla base della nostra salesianità in oratorio……..e questo, nel mondo di oggi è fondamentale, se vogliamo renderlo migliore di come ci è stato affidato prima da Gesù e poi da don Bosco……e allora, per fare questo, dobbiamo sentirci un po’ tutti Michele Rua, col quale il nostro don preferito decise, un giorno, di voler fare tutto a metà!!! Ieri è stata una serena giornata salesiana vissuta tra gioco, preghiera, riflessione, volti amici e confessioni (tipica dei tempi di don Bosco).
Durante le dinamiche di gruppo abbiamo imparato a conoscerlo meglio, ‘sceneggiando’ le sue attività ed abbiano riflettuto con la domanda cruciale: ‘DOVE MI VEDO IO TRA 10 ANNI?’ e, personalmente, mi sono permessa di suggerire ai ragazzi del mio gruppo (il nr. 3), di non rispondere semplicemente con un ‘boh o ma chi lo sa?’, ma, piuttosto, perché non ‘sempre all’interno dell’ambiente salesiano, magari oltre i confini della mia città o regione per motivi di studio o lavoro…’ perché noi apparteniamo alla congregazione religiosa più diffusa nel mondo e questo può permetterci di dire, ovunque la vita ci porti, cercando una delle ‘zone’ salesiane sparse per il globo: ‘SONO A CASA’….Ne parlo per esperienza personale…..io nata salesiana in una piccola città quasi al confine con l’Austria (Tolmezzo- Ud) che ora, dopo 40 anni, ANCORA salesiana, ma svolgendo un ruolo naturalmente diverso, opera in un’altra piccola città quasi al confine con l’Africa (Paceco-Tp)……
Beh, parafrasando una nota pubblicità vi assicuro che tra 10, 20, 30, 40, 50 ed anche 60 anni, potremmo dire che dove c’è don Bosco ed una famiglia salesiana: C’E’ CASA e, se non scorderemo mai la nostra vera spiritualità, ovunque saremo, non potremo mai dire di essere SOLI!!!
Salesianamente e con affetto
Maria Antonietta Angileri (Alos Paceco)