L’editoriale che Domenico Tempio dedica alla scuola (La Sicilia del 7/9/2017) mette fra l’altro in evidenza aspetti come la dispersione scolastica, l’analfabetismo di ritorno e non, la povertà delle famiglie, le difficoltà degli insegnanti. Temi quanto mai pertinenti e attuali in questo scorcio di inizio d’anno scolastico. L’articolo dell’illustre autore mi sembra anche un invito ai lettori a dire la propria. E sia. Tornato a Catania dopo anni di lavoro nell’ambito dell’editoria nazionale e internazionale, ho appreso della chiusura dell’Istituto “Leonardo da Vinci”, guidato valorosamente per anni dai Fratelli della Scuola Cristiana nonché da altre benemerite istituzioni, mentre le scuole che restano non mancano di difficoltà, vuoi per mancanza di vocazioni veramente carismatiche, vuoi perché
coinvolte nella diffusa crisi economica.. E tutto questo in una città che non manca di fenomeni culturali antichi e nuovi. E stiamo parlando di scuole serie, non di diplomifici a buon mercato.
Che la scuola paritaria cattolica non resista e fiorisca non è un problema elitario ma è un problema di tutti perché tocca quella libertà di scelta educativa di fatto negata anche se affermata nella Costituzione. Problema ampiamente risolto in Europa e negli Stati Uniti. Si perché in Italia e in Sicilia in particolare, visto che in altre regioni qualcosa
si è mossa e si muove, i genitori che vogliono una scuola diversa da quella statale debbono pagare una propria retta dopo aver pagato con le tasse lo Stato.
A questo punto è evidente che la crisi economica colpisce in pieno questo settore. La scuola paritaria, infatti, oltre che sinonimo di libertà, è anche luogo di percorsi educativi e formativi eccellenti, come dimostra il suo passato e presente. È qui che la politica deve fare il suo intervento di garanzia. Perché non mettere le famiglie siciliane, attraverso un bonus, nella possibilità di scegliere il proprio modello educativo pur nella coerenza programmatica
nazionale? ”Senza libertà – ha scritto il laico e liberale Acton – è difficile che un paese sia libero”.
Di fronte alla crisi, ci dice Papa Francesco, ci può essere la rassegnazione, il pessimismo verso ogni possibilità di efficace intervento. Che fare? “Penso – risponde Francesco – non solo che ci sia una strada da percorrere,
ma che proprio il momento storico che viviamo ci spinge a cercare e trovare vie di speranza, che aprono orizzonti nuovi alla nostra società”. È il prezioso ruolo della scuola.
Giuseppe Costa
Delegato Scuole Salesiane di Sicilia
In “La Sicilia”, venerdì 8 settembre 2017.