Il cammino della Congregazione salesiana si sviluppa in questi anni tra due Sinodi: quello sulla famiglia, con le sue due sessioni, ordinaria e straordinaria (celebrate rispettivamente nel 2014 e 2015) e quello sui giovani che si celebrerà nell’ottobre 2018. Avvertiamo di trovarci provvidenzialmente nel solco del cammino ecclesiale e che il Congresso di Madrid sia stato non solo per i partecipanti ma per l’intera Congregazione salesiana una grande opportunità.
Il CG 27 già nel 2014 aveva auspicato di dover «integrare nel progetto educativo pastorale ispettoriale e locale la pastorale familiare, prevedendo la formazione e il coinvolgimento dei laici come animatori» (n. 71.5) e il Dicastero di PG ha da diverso tempo studiato questo momento di riflessione e confronto internazionale, tanto atteso e a lungo auspicato.
La delegazione della Sicilia a Madrid era costituita da Don Pippo Ruta, ispettore, sr. Maria Pisciotta, ispettrice FMA, don Domenico Luvarà, delegato ispettoriale PG, don Angelo Grasso, delegato dell’animazione delle famiglie per la Sicilia occidentale, e dai coniugi Salvatore e Roberta Parrino, che hanno rappresentato i gruppi famiglia della Sicilia e il nascente Movimento Salesiano delle Famiglie.
L’organizzazione delle giornate è stata intensa e arricchente per tutti i partecipanti, provenienti da tutte le parti del mondo dove operano i salesiani e quanti si ispirano al carisma di Don Bosco. Profonde e interessanti sono state le relazioni di S.E. Mons. Bruno Forte, di Don Fabio Attard, della prof.ssa Carmen Peña Garcia e di Don Rossano Sala, che meritano di essere rivisitate e fatte oggetto di confronto. Proficui sono stati anche i lavori svolti per gruppi linguistici e interlinguistici: mini corsi tematici, presentazione delle buone pratiche e confronto per regioni continentali. La presenza del Rettor Maggiore e della maggioranza dei Membri del Consiglio Generale, l’intervento di tutte le Ispettorie del mondo, rappresentate da confratelli, membri della FS e da laici impegnati, ha permesso di vivere un’intensa esperienza ecclesiale e planetaria. È stato presente per l’intera sessione dei lavori P. Alexandre Awi Mello, Segretario del Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita della Santa Sede. Diverse autorità ecclesiastiche e civili della Spagna sono intervenuti per un saluto o per presenziare all’appuntamento. L’Agenzia Notizie Salesiane e l’apposito blog hanno documentato tramite testate giornalistiche on line e in streaming l’intero sviluppo del Congresso.
Il Rettor Maggiore, nell’omelia conclusiva ha sintetizzato in tre sottolineature questo evento che non costituisce solamente il punto d’arrivo, ma anche quello di partenza per ulteriori promettenti traguardi: innanzitutto lo “spirito di famiglia” che deve caratterizzare ogni ambiente che voglia essere e dirsi “salesiano”; in secondo luogo, l’attualizzazione in ogni opera dell’ambiente di Valdocco e di Mornese; infine, richiamando il discorso conclusivo del CG 27, Don Angel ha ribadito con forza che il tandem sdb-laici non costituisce un optional ma una condizione e una scelta carismatica: «non si può immaginare la missione salesiana senza i laici, perché è anche vitale per il nostro carisma il loro apporto» (3.7).
Che cosa resta del Congresso di Madrid nei partecipanti “siculi”? Ecco, sinteticamente le risposte:
Roberta e Salvatore: Ci portiamo a casa la sensazione chiara che si sia definitivamente tracciato un percorso, consegnato a tutta la Congregazione, per l’elaborazione di una pastorale integrata, dove la famiglia non è più una “nota a margine”, ma una realtà umana e cristiana che permea e attraversa inevitabilmente tutte le relazioni sociali e, di riflesso, anche i rapporti educativi. Non quindi uno scrigno, ma il tesoro stesso dell’educazione, dove trovare tutta la ricchezza di quello spirito di famiglia più volte richiamato. Riportiamo con gioia l’apprezzamento manifestatoci da diversi SDB e FMA per l’impegno che, in Sicilia, mettiamo verso le famiglie e l’incoraggiamento a proseguire in questo cammino, sia per quanto riguarda le buone prassi, che per il Movimento stesso. Bello il clima che si è creato nella nostra delegazione e con tanti altri SDB italiani e non, belle e profonde le relazioni magistralmente curate, bella ed entusiasmante la sfida che ci aspetta! Belle, infine, le parole di don Angel dell’ultima sera che suonano come un dovere per tutti noi: “Speranza… sempre!!!“.
Don Angelo: Per me è stato molto utile e interessante, anche se sono consapevole che, trattandosi di un processo di “conversione pastorale”, abbiamo cominciato a muovere i primi passi anche se non partiamo da zero e ci sono delle “buone prassi” in atto nel mondo e anche nella nostra Ispettoria. Per me il Congresso ha segnato una “conferma” di quanto il Signore mi ha fatto sentire da qualche anno sull’importanza della famiglia per l’educazione e l’evangelizzazione dei giovani e mi ha dato un nuovo slancio per continuare questo percorso di avvicinamento, di accoglienza e di accompagnamento delle famiglie per aiutare e formare meglio i nostri ragazzi!
Don Domenico: 1. Il respiro mondiale della Congregazione: ho percepito ancor di più la bellezza della Congregazione salesiana attraverso la presenza variegata dei partecipanti provenienti dai cinque continenti. 2. La molteplicità dei contenuti ricevuti da parte degli esperti che hanno accompagnato il lavoro delle giornate. Le loro riflessioni, sotto varie sfaccettature, hanno contribuito ancor di più a far crescere in me la consapevolezza che il nostro lavoro apostolico, per i giovani e con i giovani, non può prescindere dall’attenzione e dall’animazione delle famiglie. 3. La condivisione delle buone pratiche e dei vari momenti del Congresso, sia formali che informali; ritengo che per me sia stata un’opportunità ricca e proficua. Ho avuto la possibilità di ascoltare, di conoscere varie esperienze concrete di attenzione alle famiglie e di apprezzare la varietà di interventi a favore delle famiglie stesse. Auspico che questo “cantiere aperto” del Congresso appena concluso possa arrivare ad operare nelle singole ispettorie interventi operativi e concreti, valorizzando sempre più anche l’apporto della Famiglia Salesiana.
Sr. Maria: Tante le cose che mi sono portata dentro; ne evidenzio solamente alcune. 1. Mi porto dentro la ricchezza della condivisione delle buone prassi! 2. Il patrimonio di comunione che c’è nella Congregazione fatto di fraternità, di accoglienza, di dialogo e di grandi competenze! 3. La consapevolezza della ricchezza della CEP, del suo coinvolgimento e di quello delle famiglie nel progettare la pastorale giovanile e familiare, nonché la presenza all’interno della CEP dei giovani. 4. Il desiderio di accompagnare le famiglie in un cammino di discernimento vocazionale. 5. La certezza che è fondamentale la formazione che favorisca la crescita di gruppi di famiglie, come ci diceva don Rossano, per poter essere nucleo animatore di altre famiglie; “famiglie che si impegnino per le famiglie”!
Don Pippo: Mi porto nel cuore l’esperienza ecclesiale e salesiana in questo momento storico così delicato, difficile e promettente; la convinzione che in campo educativo e pastorale non si può lavorare da soli, bensì in comunione con altri: “insieme” sdb, membri della FS, laici e giovani; l’imprescindibilità della CEP e l’urgenza che in maniera preventiva e propositiva di predisporre concreti percorsi di maturazione affettiva per piccoli e grandi, in una prospettiva vocazionale integrale che apre a costituire famiglie cristiane e comunità salesiane appassionate.
Ci siamo chiesti anche quale ricaduta ci sarà sulla Sicilia salesiana e abbiamo condiviso quanto segue da sottoporre ai vari livelli di condivisione e di decisione:
- Per noi sdb, non esistono due pastorali parallele ma una pastorale unitaria: la PG avverte l’esigenza e ha necessità dell’animazione della famiglia come oggetto e soggetto dell’educazione e della pastorale.
- Come svolto lodevolmente in altre ispettorie italiane e non, è urgente promuovere una Commissione della FS sulla famiglia che raccogliendo la ricchezza dell’esistente, lo coordini e lo rilanci per il futuro, seminando nuove prospettive specialmente nel campo dell’evangelizzazione delle famiglie e nell’educazione affettiva delle generazioni dalle più giovani alle più adulte.
- Si desidera operare anche scelte concrete come le seguenti:
- ci sia almeno una coppia che rappresenti le famiglie e sensibilizzi la CEP – a partire dal Consiglio della CEP e dal suo nucleo animatore – al fine di promuovere processi e iniziative a favore delle famiglie e dei giovani;
- si trovino le modalità più incisive ed efficaci per la presentazione alle CEP dei ricchi contenuti presentati al Congresso di Madrid;
- si studi una piattaforma che raccolga le esperienze e le nuove pratiche di animazione delle famiglie in Sicilia e in Tunisia; analogamente si auspica che faccia il Dicastero della PG a livello mondiale.
Chissà che il sogno di un Movimento Salesiano delle Famiglie a partire dalle due Convention di Agrigento (2013) e Siracusa (2017), e da quanto è stato messo in moto dalle famiglie e per le famiglie in tanti dei nostri ambienti educativi e pastorali, non prenda quota e voli alto per la nostra Sicilia e perché no, se Dio vuole, oltre i confini dell’Isola…